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Verona
COLONNE DI CARTA si può considerare un'OFFICINA SPERIMENTALE PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA.
Essendo per la maggior parte studenti della facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Verona, attualmente stiamo lavorando soprattutto sulla lettura espressiva, ma non ci consideriamo solo lettori. Vogliamo essere studenti e studiosi che credono fermamente che la cultura possa essere ancora un mezzo per esprimersi, necessaria per vivere e realizzarsi nelle sue forme più diverse. Questo blog è un mezzo per dar vita a un dibattito culturale oltre che informare sui nostri spettacoli e le varie iniziative che intraprenderemo. Ma l'obiettivo finale è diventare promotori delle più diverse proposte nel maggior numero di ambiti culturali possibili.

lunedì 12 dicembre 2011

Una poesia inizia nel piacere e termina nella saggezza

Robert Frost

martedì 1 novembre 2011

CORSO DI BIBLIOTERAPIA
L’AUTOSTIMA





Non è mai troppo tardi per diventare ciò che si sarebbe potuto essere.
George Eliot



5 incontri (della durata di 1 ora e mezza) tra i libri per discutere di Autostima.
Da lunedì 14 novembre 2011 ore 17.30
presso la sede dell’associazione culturale Colonne di Carta
via Maffi (traversa di via xx settembre – zona universitaria) Verona


Cos’è la Biblioterapia: è un percorso che permette di ottenere un benessere interiore attraverso l’uso della letteratura. Ci si addentra nei diversi concetti e problemi non parlando delle proprie difficoltà, ma leggendo racconti, parlando delle vite di alcuni autori, utilizzando poesie, lettere, diari, aforismi e altro ancora. Sono lezioni interattive, ognuno, se vuole, interviene con la propria opinione e le proprie idee. Non è una tecnica psicologica e non servono particolari competenze letterarie.

Per maggiori informazioni sulla Biblioterapia: www.biblioterapiaitaliana.blogspot.com
Per informazioni e/o iscrizioni sul corso: marcodallavalle71@gmail.com


martedì 30 agosto 2011

Dove trovare la poesia


Letteratura non significa solo libri. Ci sono forme di poesia inconsuete, come la canzone. Forse è una delle ultime forme poetiche che raggiungono tutti. Spesso però si tende a dare più importanza alla melodia che al testo. Eppure vi sono canzoni che arrivano a noi anche senza musica. Non serve nessun tipo di accompagnamento: arrivano al cuore e colpiscono. Certo, parliamo di brani di qualità. Come possiamo credere di trovare della poesia in un ritornello che si ripete sempre uguale? 

Marco

martedì 23 agosto 2011

Camminare sui sentieri delle pagine lette...


... o come in questo caso "lungomare".

Tornata da un viaggio memorabile nella Finistère della Bretagna, vi porgo in omaggio una poesia di Eugenio Montale, tratta proprio dalla sezione Finisterre della raccolta La bufera e altro.
Calpestare la terra su cui sono stati, prima di noi, i grandi della parola ha un che di mistico e di reverenziale. Ma soprattutto è il modo più efficace (e più piacevole) per respirare l'atmosfera e partecipare allo spirito che la Poesia contiene.

La foto è stata scattata a Saint Malò dove una mattina, passeggiando sulla spiaggia, ho trovato un osso di seppia che mi ha regalato un sorriso.


SU UNA LETTERA NON SCRITTA

Per un formicolio d’albe, per pochi
fili su cui s’impigli
il fiocco della vita e s’incollani
in ore e in anni, oggi i delfini a coppie
capriolano coi figli? Oh ch’io non oda
nulla di te, ch’io fugga dal bagliore
dei tuoi cigli. Ben altro è sulla terra.

Sparir non so né riaffacciarmi; tarda
la fucina vermiglia
della notte, la sera si fa lunga,
la preghiera è supplizio e non ancora
tra le rocce che sorgono t’è giunta
la bottiglia dal mare. L’onda, vuota,
si rompe sulla punta a Finisterre.

(Elena)

giovedì 11 agosto 2011

Corri Corri...


Quando tutto cambia, quando ogni cosa ne diviene un'altra, quando i poli invertono la loro ipnosi sulla terra. lascia che speranza soffi sulla girandola della vita.

Fermati, riposa, ascolta.

Se la mano della penna con troppa foga riempie il foglio, nessun potrà capire cosa mente voleva dire.

Fermati, riposa, ascolta.


Emi

venerdì 27 maggio 2011

Ad alcuni piace la poesia

Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.

Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.

La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.




Grazie marco, grazie amici miei. Stiamo stretti al nostro corrimano!

mercoledì 25 maggio 2011

Una colonna per voi




Domani terrò un laboratorio di Biblioterapia all'ospedale di Borgo Trento in occasione del Maggio dei Libri.
Buona parte di ciò che ho imparato lo devo all'esperienza maturata con le Colonne di Carta e quindi sento la necessità di ringraziare i miei compagni di viaggio per ciò che mi insegnano ogni volta che lavoriamo insieme.

Abbiamo tante cose in mente da realizzare insieme, ma intanto invito, quanti fossero interessati, a questa iniziativa, che se andrà bene, sarà anche merito delle altre colonne.
Grazie ragazzi!

Marco

sabato 21 maggio 2011

I libri che vorrei


Accanto ai libri che leggiamo, ci sono quelli che desidereremmo leggere. 

Io ne ho tanti. Parlare di quelli già letti mi risulta facile, motivo di orgoglio per essere riuscito a terminare testi non sempre facili. Espormi su quelli non letti lo trovo mortificante, un obiettivo non raggiunto. Ma la mia filosofia di vita è un costante tendere a e quindi ho deciso che è giunto il momento di discuterne. Quali sono i libri che mi attendono sul comodino e perché?

Stanotte la libertà di Dominique Lapierre e Larry Collins, perché mi è stato consigliato;
La donna che perse il cuore di Susan O' Halloran e Susan Delattre perché parla di sentimenti;
De consolatione philosophiae di Boezio perché ho molto da imparare dagli antichi;
Lettere a Milena di Franz Kafka perché ne ho già letto una buona parte e non voglio perdere la meta;
Vivere per raccontarla di Gabriel Garcìa Marquez perché mi è piaciuta la dedica iniziale;
Orizzonte perduto di James Hilton perché l'ho trovato sperso tra i libri e mi piace il titolo.
Sarà strano, ma la biblioteca dei libri da leggere non è meno interessante di quelli già letti. Anzi!

Marco

martedì 17 maggio 2011

La scienza del teatro secondo Dario Fo e Franca Rame


Ieri (lunedì 16 maggio 2011) nell'aula magna del polo umanistico della nostra Università di Verona siamo stati testimoni di un evento straordinario. Sul palco due superbi Dario Fo e Franca Rame. Hanno superato entrambi gli ottanta, ma non lo si direbbe. La carica di lui e la maestosità di lei sul palco hanno scosso nel profondo il pubblico giovanissimo formato quasi esclusivamente di studenti universitari (io ho avuto la pelle d'oca dall'inizio alla fine). Ci ha scosso le coscienze e le menti, ci ha dato tanto, molto di più di quanto otteniamo da un manuale di letteratura. Perché l'energia con cui hanno dimostrato la loro Scienza del teatro (titolo della giornata di studio in loro onore) era percepibile da ognuno di noi, senza sconti e senza ostacoli. La cultura che trasmettono è viva, è vera, è chiara e allo stesso tempo alta e importante. Mi ha fatto pensare che la voce, la stessa che noi in piccolo offriamo con la lettura, è un mezzo straordinario, il più immediato e umile che possediamo, ma con il quale si possono dire cose meravigliose, si può arrivare all'anima di chi ascolta e, anche senza volerlo, interrogarla e smuoverla. O semplicemente arricchirla con qualcosa che non conosceva.
Così voglio condividere con voi un regalo che ieri Dario Fo ha fatto a noi, che eravamo di fronte a lui. Parafraso un suo insegnamento:

A Sparta erano tutti eroi, nel governo tutti urlavano, il più forte era colui che urlava di più. Ma non avevano un filosofo, non avevano un teatro, non avevano musicisti o scrittori. E adesso chi più sa cos'era Sparta, dov'era situata? Non aveva una cultura e di Sparta non è rimasto niente di niente.
"Pensateci a questa storia" (Dario Fo)

Elena

mercoledì 4 maggio 2011

Non ci fa male, un po' di Montale.


Un saluto calmo, benevolo, amoroso, dopo l'inquietudine politica condivisa ieri.

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma.

Eugenio Montale, Ripenso il tuo sorriso, in Ossi di seppia, 1925

Giulia

martedì 3 maggio 2011

LA POLITICA COME ATTO CREATIVO


Condivido con voi i miei pensieri, perchè no? Come molti sapranno, è tempo di elezioni amministrative in qualche comune del nostro Paese. Nella piccola, piccolissima Val Zoldana la popolazione si è risvegliata dal torpore, mossa forse da un senso di frustrazione incontenibile che trova nido in due mandati logori dell'amministrazione precedente. Quasi per gioco è nata l'8 marzo l'idea di una lista al femminile. Mi è stato chiesto di farne parte, io ho accettato. Di lì, in piena campagna elettorale, mi trovo spesso a pensare e a dover rispondere a domande, provocazioni, critiche di ogni tipo. Trovo risposte ancora nelle parole, nelle esperienze, nel nerosubianco in cui ripongo sempre più fiducia. A chi mi dice che le donne non hanno tempo per occuparsi della vita pubblica rispondo che hanno lo stesso tempo degli uomini, a chi mi dice che una donna non sa pensare ai lavori pubblivi rispondo che la politica, l'amministrazione è fatta di ascolto e creatività, a chi mi dice che le donne devono lavare i piatti e crescere i figli rispondo che chi ha una madre e/o una moglie che si occupa della vita della propria gente ha i piatti nel lavandino per due ore in più ma un senso civico e un sentimento per l'umanità che può diventare risorsa per il bene comune... 

Potrei dire molto altro, ma lascio parlare Giordana Masotto, che riassume in alcuni punti fondamentali un seminario di studi sulle donne, il lavoro e la politica.

"Che cosa intendiamo oggi per pratica politica? È creare spazi pubblici e aperti, trasversali, che secondo me andrebbero ancorati più al territorio che alle categorie, in cui si realizzi la parola e l’ascolto, la perdita più grave della politica tradizionale. Parola e ascolto e dunque pensiero. Perché che cos’è fare politica? È rimettere al mondo i soggetti. Perché non si nasce con la patente di soggetto politico. Secondo me fare politica è creare le condizioni perché ci sia una creazione continua di soggetti politici, nel conflitto e nel cambiamento. Senza troppi distinguo identitari: luoghi in cui le persone vogliano incontrarsi, esserci, dicano “io ci sono”. E che questo sia un lavoro che continua, un movimento. Su questo le donne oggi dicono qualcosa: non mi chiedo se lo dicono a partire da un’esperienza storica, da una femminilità originaria o secondaria. Non lo so, non importa. Ma di certo le donne oggi dicono per esempio che il conflitto va ripensato.
Non solo nel senso radicale detto prima della irriducibilità del desiderio, ma anche di quella esperienza quotidiana che andrebbe ben affrontata, oscillanti come sono le vite delle donne tra il soccombere, magari negando il proprio desiderio, e l’iperattivismo che cerca di tenere tutto insieme senza chiedere. Insomma le donne come ammortizzatori. Ecco, ripensare il conflitto dal nostro punto di vista, mi pare dovrebbe essere la terza via. Conflitto come processo continuo, che fa la spola tra necessità e libertà. Come donne vediamo che smuove più cose l’autocoscienza del pensiero critico, l’azione più che la reazione, il conflitto relazionale più che la guerra di annientamento del nemico. In questo le donne parlano, dicono. Per questo bisogna creare luoghi in cui queste cose possano avvenire. La chiarezza a priori nessuno ce l’ha."

Per il buon intenditore, poche le parole!

Giulia

giovedì 7 aprile 2011

La foglia di Dostoevskij

Un augurio per questa primavera, diretto diretto da "I demoni" di Dostoevskij (di cui il 28 gennaio scorso è ricorso il 130° anniversario della morte, e il prossimo 11 novembre ricorrerà il 190°anniversario della nascita):


"Allora non sapevo ancora di essere felice. Avete forse qualche volta visto una foglia, una foglia d'albero?" "Sì". "Poco fa ne ho vista una: era gialla, ma conservava ancora in certi punti il colore verde: i bordi erano marciti. Il vento la sollevava. Quando avevo dieci anni, mi capitava d'inverno di chiudere apposta gli occhi e di figurarmi una foglia verde, dalle nervature nettamente disegnate, un sole splendente. Aprivo gli occhi e credevo di sognare, tanto era bello, e li chiudevo di nuovo".
"Ma cosa vuol dire tutto questo? E' una figura?" "No... Perché? Non faccio allegorie. Parlo solo della foglia. La foglia è bella. Tutto va bene..."
"E quando dunque avete avuto conoscenza della vostra felicità?" "Martedì scorso, o, piuttosto, mercoledì, nella notte dal martedì al mercoledì." "In quale occasione?" "Non mi ricordo: è capitato per caso..."



Elena