... o come in questo caso "lungomare".
Tornata da un viaggio memorabile nella Finistère della Bretagna, vi porgo in omaggio una poesia di Eugenio Montale, tratta proprio dalla sezione Finisterre della raccolta La bufera e altro.
Calpestare la terra su cui sono stati, prima di noi, i grandi della parola ha un che di mistico e di reverenziale. Ma soprattutto è il modo più efficace (e più piacevole) per respirare l'atmosfera e partecipare allo spirito che la Poesia contiene.
La foto è stata scattata a Saint Malò dove una mattina, passeggiando sulla spiaggia, ho trovato un osso di seppia che mi ha regalato un sorriso.
SU UNA LETTERA NON SCRITTA
Per un formicolio d’albe, per pochi
fili su cui s’impigli
il fiocco della vita e s’incollani
in ore e in anni, oggi i delfini a coppie
capriolano coi figli? Oh ch’io non oda
nulla di te, ch’io fugga dal bagliore
dei tuoi cigli. Ben altro è sulla terra.
Sparir non so né riaffacciarmi; tarda
la fucina vermiglia
della notte, la sera si fa lunga,
la preghiera è supplizio e non ancora
tra le rocce che sorgono t’è giunta
la bottiglia dal mare. L’onda, vuota,
si rompe sulla punta a Finisterre.
(Elena)